giovedì 8 ottobre 2009

Libertà di oltraggiare come mezzo per comprendere l'Amore

Sembrerebbe che, fino al "Giorno del Giudizio", il Cristo ci lasciasse liberi, nel suo infinito amore, di oltraggiarlo, di ignorarlo, di abiurarlo immoto, inalterato, molto probabilmente vivamente sofferente per questi oltraggi.

Dio ha creato gli uomini e le donne liberi: liberi di odiare, di uccidere, di oltraggiare, di lottare ma anche di amare. Vi è questo principio di libertà di scelta insito in ognuno di noi e grazie all'esperienza la scelta, nel tempo, dovrebbe farci tendere, dopo la caduta, al bene, al miglioramento, all'evoluzione nostra, di chi ci sta intorno e dell'Umanità tutta. La scelta è sempre duale: il bene o il male e infinite gradazioni di colori tra l'uno e l'altro che permeano tutto il nostro mondo, San Paolo scrive come tutti sappiamo: "La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne ma contro i Principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo, contro gli spinti del male che abitano le regioni celesti" (Ef 6,11-12).

L'evoluzione credo che sia anche legata alla comprensione della propria libertà che deve tendere a Dio, al Cristo, al Santo Spirito, alla loro forza, alla loro Luce, al loro Regno.